La voce e la chitarra di Jaime Dolce hanno scaldato questo nostro inizio di anno.
Brookliniano doc, dopo tante storie e collaborazioni eccellenti, Jaime ha scelto l’Italia. Prima la Toscana, da una decina anni Parma dove vive con la famiglia. E non smette di percorrere la penisola con la forza di un suono che mette insieme classe, attitudine e le radici più diverse: il “grande fiume” del blues, via Hendrix, qui omaggiato con una “Fire” virata reggae, e poi soul, funk, ma anche southern rock, psichedelia e tanto di quello che è successo nel frattempo. “A human jukebox”: così, non a torto, lo definisce Mark Graham nelle note di copertina di “Lovegenerator”, uscito a fine 2021.
“Lovegenerator” è stato registrato nei mesi delle “zone” e dei vari lockdown. Gli Innersole sono divisi tra Emilia e Toscana. Non deve essere stata una passeggiata… Com’è nato l’album? E cosa rappresenta rispetto a questo periodo?
Sento che stiamo vivendo un periodo “anti love”. Credo che tutti abbiamo paura di non avere soldi e di non possedere ciò che hanno gli altri. In generale le persone non sembrano apprezzare il singolo momento o capire quanto sono fortunate. Vedo che danno ai figli più cose materiali che amore. Anch’io ero attraversato da questa atmosfera: avevo pronta la musica per una canzone, ma mi mancava qualcosa, non riuscivo a finirla. Ma poi, durante i mesi del lockdown 2020, essere padre mi ha ispirato e dato forza. Così è nata la canzone “Love Generator”, dedicata a mia figlia e a tutti i futuri adulti, che poi ha dato l’impronta all’album intero.
Cari amici, si parte!
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